Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, Venezia, Fenzo, 1755 (Padova)

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 TULLIA e RINALDO
 
 TULIA
 Ahimè! Chi mi soccorre?
 RINALDO
                                                Ah Tullia mia!
 TULIA
 Le donne invidiose,
 superbe, orgogliose,
 per il desio d’occupar sole il regno,
975ardono fra di lor d’ira e di sdegno.
 RINALDO
 Ah! Voi pietà mi fate.
 TULIA
 Deh non mi abbandonate.
 RINALDO
 Tullia, che pretendete?
 TULIA
 Esser a voi soggetta,
980rinunciar del comando
 ogni ragione a voi.
 RINALDO
                                     Che far degg’io?
 (Vo’ prenderla in parola).
 Idolo mio, venite, a questa legge
 novamente v’accetto.
 TULIA
985Amor e fedeltà io vi prometto.
 
    La costanza di quest’alma
 a te giuro, a te prometto,
 tutt’affetto e fedeltà.
 
 SCENA II
 
 RINALDO
 
 RINALDO
 Il periglio passato
990cauto mi ha reso e colla donna accorta
 cieco più non sarò. Tullia peraltro
 non è delle più scaltre,
 che se tal fosse stata
 questa spada serbata io non avrei,
995per troncare con questa i lacci miei.
 Onde amarla poss’io senza timore
 che ingannare mi voglia il di lei cuore.
 
    È un dolce tesoro
 la pace, la calma,
1000felice quell’alma
 che ignora il timor.
 
    Non mancan pretesti
 per esser scontenti,
 gelosi tormenti
1005non prova il mio cor.
 
 SCENA III
 
 AURORA e GRAZIOSINO
 
 GRAZIOSINO
 Non ne vo’ più sapere.
 AURORA
                                            Io son perduta,
 se voi mi abbandonate.
 GRAZIOSINO
 Siete femine tutte indiavolate.
 AURORA
 Il regno delle donne
1010distruggendo si va.
 GRAZIOSINO
 Causa la vostra troppo vanità.
 AURORA
 Ma voi mi lascierete
 al furore degli uomini in balia?
 GRAZIOSINO
 Io sono schiavo di vusignoria.
 AURORA
1015Graziosino pietà.
 GRAZIOSINO
                                  (Mi sento movere).
 AURORA
 Abbiate compassione.
 GRAZIOSINO
 (Mi si scalda il polmone).
 AURORA
 Se volete ch’io mora, morirò.
 GRAZIOSINO
 Ah! Se voi morirete, io crepperò.
 AURORA
1020Dunque...
 GRAZIOSINO
                      Dunque son vostro.
 AURORA
 Mi salverete voi?
 GRAZIOSINO
                                  Vi salverò.
 AURORA
 E mi amerete poi?
 GRAZIOSINO
                                     Sì, io v’amerò.
 AURORA
 
    Che bel regnar contenta
 nel cuor del caro bene
1025e senza amare pene
 godere e giubilar!
 
    Noi donne siamo nate
 per esser onorate
 ma non per comandar.
 
 SCENA IV
 
 GRAZIOSINO, poi CINTIA
 
 GRAZIOSINO
1030Colui di Ferramonte
 m’ha consigliato ad essere crudele;
 ma, se una donna poi gli andasse appresso,
 come un poltrone cascherebbe anch’esso.
 CINTIA
 Lupi, tigri, leoni,
1035gattipardi, pantere, orsi e mastini
 mi sento a divorar negl’intestini.
 GRAZIOSINO
 Ecco qui un altro imbroglio.
 CINTIA
 Fermate, è mio quel soglio.
 Io vi voglio salir. Ma Giove irato
1040mi fulmina e precipita
 e la terra mi affoga e il mar mi accoppa,
 ahimè, mi danno un maglio sulla coppa.
 GRAZIOSINO
 Questa è pazza davvero.
 CINTIA
 Buongiorno, cavaliero.
 GRAZIOSINO
1045Schiavo, padrona mia.
 CINTIA
 Andate col malan che il ciel vi dia.
 GRAZIOSINO
 (Ha perdutto il cervello).
 CINTIA
 Perfido, tu sei quello
 che vuol rapirmi il trono?
1050Vatene o ti bastono.
 GRAZIOSINO
                                       Io non so nulla.
 CINTIA
 
    Il capo mi frulla,
 la testa sen va.
 La la laranlella
 la lan laranlà.
 
 GRAZIOSINO
1055Quando in capo alle donne
 entran di dominar le frenesie,
 si vedono da lor mille pazzie.
 CINTIA
 Olà, tu sei mio schiavo.
 GRAZIOSINO
                                             Sì signora.
 CINTIA
 Accostati.
 GRAZIOSINO
                     Son qui.
 CINTIA
                                       Vanne in malora.
 GRAZIOSINO
1060La femina tradir non può l’usanza
 e anche pazza mantiene la incostanza.
 CINTIA
 Olà suddito altero
 del mio sovranno impero,
 mi conosci, briccon, sai tu chi sono?
1065Inginocchiati al trono;
 giurami fedeltà con obbedienza;
 abbassa il capo e fammi riverenza.
 GRAZIOSINO
 Eh via che siete pazza...
 CINTIA
                                              Ah temerario,
 così parli con me!
1070Giurami fedeltade a tuo dispetto
 o ch’io ti caccio questo stile in petto.
 GRAZIOSINO
 Piano, piano, son qui, tutto farò.
 CINTIA
 Giurami fedeltà.
 GRAZIOSINO
                                  La giurerò.
 
    Giuro... signora sì.
1075Ma cosa ho da giurar?
 Giuro... (che via di qui
 procurerò d’andar).
 
    Fermate, giuro, giuro
 servirvi, obbedirvi,
1080piacervi, vedervi,
 amarvi, onorarvi
 e irvi, irvi, arvi
 con tutta fedeltà. (Parte)
 
 SCENA V
 
 CINTIA, poi GIACINTO
 
 CINTIA
 Ah ch’è un piacer soave
1085della donna tener gl’uomini sotto.
 Ma ohimè veggo distrutta
 questa nostra grand’opra
 e gl’uomini vuon star a noi di sopra.
 GIACINTO
 Viva il sesso virile;
1090la schiatta feminile
 con tutti i grilli suoi
 finalmente ha da star soggetta a noi.
 CINTIA
 Giacinto?
 GIACINTO
                     Che bramate?
 CINTIA
 Voglio che voi mi amate.
 GIACINTO
                                                Questo «voglio»
1095a voi, signora, non sta bene in bocca,
 perché alle donne comandar non tocca.
 CINTIA
 Ma voi siete mio schiavo.
 GIACINTO
                                                 Schiavo io fui
 è ver della bellezza;
 ma veggo alfin che la bellezza nostra
1100è assai migliore e val più della vostra.
 CINTIA
 Dunque voi mi lasciate?
 GIACINTO
 Se l’amor mio bramate,
 pregatemi, umiliatevi;
 abbassate l’orgoglio e inginocchiatevi.
 CINTIA
1105E così vil sarò?
 GIACINTO
                              Più non sperate
 amor da me né ch’altri amar vi voglia,
 se negate di usar questa obbedienza.
 CINTIA
 Farlo mi converrà, per non star senza.
 
    Eccomi al vostro piede
1110pietade a domandar.
 
 GIACINTO
 
    Impari chi la vede
 le donne ad umiliar.
 
 CINTIA
 
    Ma troppo vil son io.
 
 GIACINTO
 
 Se non volete, addio.
 
 CINTIA
 
1115Fermate.
 
 GIACINTO
 
                    Voglio andar.
 
 CINTIA
 
    Via, caro Giacintino.
 Tornatemi ad amar.
 
 GIACINTO
 
    Il sesso feminino
 si venga ad ispecchiar.
 
 CINTIA
 
1120   Ma questo mai non fia.
 
 GIACINTO
 
 Bondì a vusignoria.
 
 CINTIA
 
 Fermatevi.
 
 GIACINTO
 
                        Pregatemi.
 
 CINTIA
 
 Ohimè che crudeltà!
 
 GIACINTO
 
 Rispetto ed umiltà.
 
 CINTIA
 
1125   Caro il mio bambolo
 per carità.
 
 GIACINTO
 
    Mi sento muovere
 tutto a pietà.
 
 A DUE
 
    Visetto amabile,
1130siete adorabile;
 il mio cuor tenero
 vi adorerà.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Luogo delizioso e magnifico, destinato per piacevole trattenimento delle femine dominanti.
 
 Tutti
 
 CORO DI DONNE
 
    Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi,
1135pietà, di noi pietà.
 
 RINALDO
 Se cedete l’impero,
 se a noi voi vi arrendete,
 pietà nel nostro cor ritroverete.
 TULIA
 Tutto io cedo e m’arrendo
1140e la pietà dal vostro core attendo.
 AURORA
 Graziosino, son vostra.
 GRAZIOSINO
 Ed io vi accetterò,
 vi terrò, v’amerò, vi sposerò.
 CINTIA
 E voi, Giacinto mio,
1145cosa di me farete?
 GIACINTO
 Quel che di voi farò lo sentirete.
 CINTIA
 Lode al ciel, finalmente s’è veduto
 che Il mondo alla roversa
 durare non potea
1150e che da sé medesime
 in rovina si mandano
 le donne superbette che comandano.
 CORO DI DONNE
 
    Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi;
1155pietà, di noi pietà.
 
 CORO DI UOMINI
 
    Pietà voi troverete
 allorché abbasserete
 la vostra vanità.
 
 TUTTI
 
    Le donne che comandano
1160è Il mondo alla roversa
 che mai non durerà.
 
 Il fine